A MORIRE SONO SEMPRE GLI STESSI

Lo dico e lo scrivo ogni anno ma è doveroso ripetersi. In questo periodo dell’anno si celebrano, tra la commozione e il dolore dei più, la giornata della memoria e la giornata del ricordo. Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stata istituita con una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, in riunione plenaria. Il Giorno del Ricordo è una ricorrenza istituita dal Parlamento italiano nel 2004 per onorare la memoria delle vittime delle Foibe e le migliaia di italiani e italiane dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia costretti a lasciare la propria terra.

A distanza di pochissimi giorni, tra gennaio e febbraio di ogni nuovo anno, si ripresentano davanti ai nostri occhi le scene terribili dei campi di sterminio di Dachau, Treblinka, Auschwitz e molti altri disseminati in Europa, dove 6 milioni di ebrei e milioni di altre persone furono uccisi dopo aver patito inenarrabili sofferenze perpetrate dalla follia nazista e anche, una per tutte, la foiba di Basovizza, un pozzo profondo oltre 200 metri e largo circa 4, in cui, durante le fasi finali della seconda guerra mondiale furono gettati, con esecuzione sommaria i prigionieri, militari, poliziotti e civili, dapprima destinati ai campi d’internamento allestiti in Slovenia, da parte dei partigiani comunisti jugoslavi.

I miliardi di morti causa delle guerre di conquista, dall’inizio della storia a oggi, la sofferenza inflitta agli inermi, ai civili di Israele, di Gaza, Ucraini, Russi, di tanti paesi africani e mediorientali, anche in nome della religione, in cosa sono differenti? I bambini e le loro mamme disperate c’erano anche durante le guerre puniche e anche prima.

Il ricordo di chi è morto per mano di un altro uomo che ha voluto la guerra, non può dividersi nei cuori e nelle menti. Il giorno che dovremmo celebrare è quello del ricordo delle vittime di tutte le guerre, non toglierebbe niente a nessuno ma anzi unirebbe. Non posso credere che quei 500 metri cubi di corpi recuperati nella foiba di Basovizza e i milioni di ebrei uccisi nelle camere a gas e neppure i piccini che non sopravvissero alle guerre che hanno funestato i secoli fino al ‘900, troverebbero da ridire. La Giornata in memoria delle vittime civili di tutte le guerre, che si celebra in Italia il 1 Febbraio, per volere del Parlamento che l’ha istituita nel 2017, non gode della popolarità che meriterebbe, per tanti appare ancora necessario distinguere tra chi è morto per mano di chi, e questo a chi giova se non a nutrire il rancore?